

VADEMECUM 1° QUESITO – SCHEDA AZZURRA
Volete voi che nella Legge Qualificata 11 Maggio 2007 n.1 (Disposizioni per la valorizzazione della volontà dei cittadini e per la parità in materia di elezioni e campagne elettorali) siano introdotte le seguenti modifiche: che, nel caso in cui nessuna coalizione o lista abbia raggiunto al primo turno il risultato da cui la legge qualificata fa dipendere la proclamazione del vincitore delIe elezioni, la Reggenza conferisca alla coalizione o lista che abbia raggiunto la maggioranza relativa dei voti un mandato di 15 giorni al fine di formare una maggioranza attraverso l’accordo con altra lista o coalizione che abbia ottenuto seggi nel Consiglio Grande e Generale; che, nel caso il primo tentativo abbia esito negativo, la Reggenza conferisca un secondo mandato, con le stesse finalità e le stesse modalità del precedente, alla coalizione o lista che sia arrivata seconda nella consultazione elettorale; che qualora anche il secondo tentativo abbia esito negativo, si debba tornare al voto con il ballottaggio fra le due coalizioni o liste maggiormente votate, come prevede l’attuale normativa e con le conseguenze da essa contemplate?
Come si legge dal passaggio evidenziato, il primo quesito referendario chiede sostanzialmente di inserire all’interno della legge elettorale, fra primo e secondo turno, la possibilità di chiudere accordi di governo post-voto fra le liste uscite dal primo turno.
Il mandato dovrebbe essere dato dalla Reggenza alla lista o coalizione che abbia ottenuto più seggi al primo turno o successivamente, in caso di esito negativo, alla seconda.
VANTAGGI
Questo intervento punta, come dichiarato dai promotori, ad evitare più possibile il ricorso al ballottaggio, alla luce del fatto che nell’ultima tornata elettorale sono uscite dal 1° turno tre coalizioni simili in termini di rappresentatività e il ricorso al secondo turno, con le condizioni del 2016 (che non sono le stesse del 2012, e non è detto che siano le stesse che avremo nel 2021), ha comportato un premio di maggioranza piuttosto cospicuo.
Di fatto si vorrebbe dare una possibilità, fra primo turno e secondo turno, di trovare una maggioranza rappresentativa di più della metà del Paese, sulla base degli esiti del primo turno.
E’ da tenere in considerazione, tuttavia, che la composizione delle coalizioni – che questo intervento disincentiva al primo turno, perché i partiti saranno spinti a massimizzare la propria rappresentatività per avere maggior peso durante le consultazioni – cambia ad ogni tornata elettorale. Quindi la realtà che ha spinto questo intervento, cioè tre coalizioni di peso similare, potrebbe non ripresentarsi alla prossima tornata.
E’ indubbio, peraltro, che il problema di rappresentatività del singolo consigliere con pochi voti eletto in Consiglio, che alcuni addetti ai lavori utilizzano a giustificazione di questo intervento, dipenda anche dal passaggio da tre preferenze alla preferenza unica. Quindi non si risolverebbe esclusivamente con il ricorso agli accordi post-voto.
SVANTAGGI
Permettendo ai partiti di trovare accordi post-voto, senza che i cittadini possano esprimersi su tali accordi e sul programma che scaturisce da questi nuovi accordi, si torna di fatto al sistema che, fino all’introduzione dell’attuale legge elettorale, aveva permesso la nascita (e veloce caduta) di governi costruiti a tavolino al ristorante, o a casa di qualche politico.
Di fatto si spogliano completamente i cittadini del potere di scegliere il governo che meglio li rappresenti, e si sposta nelle mani dei partiti il potere di costruire coalizioni e programmi su cui i cittadini non si possono più esprimere.
Legando poi questa dinamica alla cosiddetta norma “anti-ribaltone”, inserita nell’attuale legge elettorale per evitare le cosiddette maggioranze “balneari” (che durano per una sola estate e poi si modificano senza ripassare dalle urne), si va a cristallizzare di fatto una coalizione politica costruita a tavolino dai partiti, e non uscita dalle urne.
CONCLUSIONI
L’attuale legge elettorale non è perfetta, per un semplice motivo: non esistono leggi elettorali perfette, anche perché le conseguenze di una legge elettorale sulla composizione del parlamento dipendono dalle condizioni politiche del momento.
L’attuale legge elettorale, tuttavia, ha due vantaggi incontestabili che sono stati presi a esempio in occasione dell’ultima tornata elettorale italiana da organi di informazione nazionali:
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permette ai cittadini di votare la coalizione che poi li governerà, al primo turno o al ballottaggio, e il relativo programma; in questo modo si investe la coalizione vincente di un mandato politico forte: se non riuscirà a mettere in atto il proprio programma, votato dai cittadini, non avrà scuse.
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garantisce di avere un governo con la massima velocità, evitando di lasciare il Paese per dei mesi senza una guida.
A questo si sommano anche due altri aspetti, che riteniamo positivi:
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disincentiva la proliferazione politica, premiando maggiormente i raggruppamenti in coalizioni;
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garantisce stabilità politica.
Il movimento Civico10 non è chiuso ad eventuali modifiche all’attuale legge elettorale, ma qualunque modifica che punti a garantire una maggiore rappresentatività alla composizione del Consiglio Grande e Generale non può prescindere dal lasciare ai cittadini la facoltà di votare la coalizione di governo e il programma che quella coalizione dovrà mettere in pratica.