TELECOMUNICAZIONI
Il presente documento ha lo scopo di fotografare la situazione del settore delle Telecomunicazioni (brevemente TLC) esaminando il passato , il presente e immaginando scenari futuri.
A. La Storia
Le TLC a San Marino sono state gestite fin dagli anni ’30 dalla Società Telefonica dello Stato Italiano. Ci auguriamo che il presente dossier, che ripercorre le tappe fondamentali della storia delle TLC a San Marino, possa favorire la comprensione di eventi che ancor oggi tengono bloccato questo settore. In gioco c’è il futuro del paese, con l’esigenza di liberalizzare al più questo Settore a vantaggio dello Stato e degli utenti.
Nel 1981 nasce la Società Sammarinese Telecomunicazioni con la concessione per l’esercizio di alcuni servizi di Tlc. Dopo un avvio timido in alcuni settori marginali, SST inizia a parlare di gestione della telefonia nel Paese, ma nel 1987 viene accusata di fatturare servizi mai consumati dagli utenti e sullo scandalo vengono incarcerati soci ed amministratori fino a portare alla chiusura dell’esperienza. Dopo la chiusura della SST, il governo Dcs – Pcs si trova nella necessità di colmare il buco apertosi anche a causa della gestione del periodo di commissariamento, dove lo Stato ha speso tanti soldi per mantenere in piedi una situazione produttiva praticamente distrutta.
Negli anni a venire si fece avanti una cordata di imprenditori italiani, indicata dall’allora Ministro italiano per gli Affari Esteri allo stesso Segretario per gli Affari Esteri sammarinese, che diede vita ad una nuova società concessionaria per le telecomunicazioni, la Titano Comunicazioni. Contestualmente al rilascio della licenza fecero il proprio ingresso nella compagine societaria i soci sammarinesi rappresentati al 30% dal gruppo Cotes Sa e G5 Sa. Soci di fatto anonimi. L’operazione era stata ovviamente supportata dal governo di allora guidato da Gabriele Gatti “Esteri”, Clelio Galassi “Finanze”, Gilberto Ghiotti “Industria”, dal rappresentante dell’associazione industriali Carlo Giorgi e da Gilberto Terenzi, amministratore della stessa Cotes Sa.
Mentre le trattative per impostare la nuova azienda erano in corso giunse sul Titano una lettera di Biagio Agnes, potente presidente della STET, holding di controllo delle partecipazioni Statali Italiane su Telecom Italia. Nella lettera Agnes diceva chiaramente che se la Repubblica di San Marino avesse affidato le telecomunicazioni ad aziende non STET, si sarebbero create problematiche tra Italia e San Marino e che ogni concessione non sarebbe stata priva di ripercussioni. Di fatto una minaccia che toglie ogni possibilità a San Marino di esercitare la propria autonomia nel settore. La lettera del Presidente della STET, Biagio Agnes, comportò la revoca della licenza della Titano Comunicazioni. Nel 1991, la licenza venne data alla stessa STET che creò Intelcom Spa, (oggi Telecom Italia San Marino), società allora detenuta al 15% da Cotes Sa, 15%, da G5 Sa e al 70% dalla STET. In tal modo il governo oltre a rinnovare la convenzione per la telefonia di base a Telecom Italia (già SIP), offriva su un piatto d’oro a STET un’ulteriore concessione per operare tramite Intelcom nel settore dei servizi internazionali e a Valore Aggiunto (VAS). Il Governo siglò una convenzione, oggi ancora in vigore, attraverso la quale assegnava in forma esclusiva, a Cotes Sa e G5 Sa, i lavori di impiantistica, nei fatti Cotes Sa e G5 Sa hanno in esclusiva da allora tutti i lavori di impianti telefonici e di rete sul territorio il territorio della Repubblica di San Marino.
Il business del traffico telefonico internazionale
Dal 1992 Intelcom spa gestisce in forma esclusiva le telecomunicazioni internazionali basandosi sui nuovi accordi che introdussero il nuovo prefisso +378 e sulla forza lavoro della ex Sst, assorbita dalla nuova società a seguito dell’accordo governo-Intelcom. La forza della nuova impresa fu soprattutto quella di gestire un nuovo servizio che si era appena affacciato sulla scena delle più moderne tecnologie, l’Audiotex. Si trattava di un’impresa con ampi margini di redditività e svolta da Intelcom a livello globale. Il servizio Audiotex di fatto consente di ricevere informazioni telefoniche a pagamento chiamando uno specifico numero anticipato da un prefisso.
Tutto questo traffico telefonico NON lascia però traccia economica in Repubblica perchè Telecom Italia (da non confondere con l’attuale Telecom Italia San Marino) è un’azienda che non ha una sede operativa a San Marino, non ha personale e non svolge attività economica soggetta al fisco sammarinese. Per dirla in termini chiari, dal traffico telefonico normale, nella casse dello Stato sammarinese non entra nulla. San Marino è considerato come un semplice distretto telefonico dell’Italia e la stessa Intelcom non riceve alcun vantaggio sulle telefonate classiche. Per questo punta sui servizi di Audiotex promuovendo l’utilizzo del +378 che, nelle ipotesi più estreme, finisce pubblicizzato sulle TV private e associato a servizi pornografici, di cartomanzia, del lotto, ecc. Ciò determinò una situazione grave di danno nei confronti della Repubblica di San Marino, la cui immagine divenne negativa agli occhi della comunità internazionale compresa l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni. In un periodo immediatamente successivo la TMI, società del gruppo Stet, si avvalse della società a San Marino per gestire traffico telefonico internazionale producendo consistenti fatturati, ma forse anche in questo caso, generando perplessità sulla linearità dell’operato della grande azienda italiana nell’utilizzo delle prerogative della Repubblica, fra le quali quella di un diverso regime Iva anche per le carte telefoniche. Di fatto un fuoco senza più controllo che stava toccando vari aspetti della vita economica, ma anche politica della Repubblica, un fuoco che divampava mentre in Italia stava per consumarsi il caso, oggi emerso in tutta la sua vastità, in cui sono rimaste coinvolte Fastweb e Telecom Italia Sparkle proprietaria quest’ultima del 100% di Telecom Italia San Marino, la società nata dalla trasformazione di Intelcom.
Anni ’90: Le Telecomunicazione traino della New Economy? Si.. ma non per San Marino
Nel 1995 in Italia, grazie anche alle normative Ue, nasce finalmente Omnitel, oggi Vodafone Italia, la prima rete privata Gsm in concorrenza ai servizi mobili di TLC.
Quindi , mentre nel 2003 in Italia si affacciavano nuovi soggetti sul mercato, il Governo sammarinese rinnovava la convenzione ESCLUSIVA con Telecom Italia. In tutta la Ue si compete con investimenti di eccellenza, con nuovi servizi di qualità per le nuove reti. Le Tlc diventano il traino della new economy e i cittadini vedono abbassarsi i prezzi e migliorare le prestazioni.
Il governo sammarinese decide invece di tenere fermo il Paese e sottoscrivendo le convenzioni in regime di monopolio impedisce l’innovazione. San Marino vive una anomalia storica dagli anni ‘50, senza concorrenza, senza innovazione, senza servizi, in totale monopolio. Mentre in Italia nuove tecnologie come UMTS, internet veloce e nuovi servizi hanno già preso il largo, a San Marino non si riesce nemmeno a coprire il territorio con efficacia e si fanno sempre più pressanti i problemi con l’Adsl e con la rete mobile capace del solo Gsm, con tutti i servizi che risentono di una gestione tipicamente monopolista. Uno stato che andava superato. Fin dal 1996 si discute della possibilità di aprire una nuova licenza che si occupi di telefonia mobile per competere con il gruppo Telecom Italia.
Dopo 3 anni di discussioni e lotte di chi doveva essere presente nel capitale sociale, nel 1999 nasce Telefonia Mobile Sammarinese SpA e contestualmente Telenet. Una volta insediati i soci di maggioranza di TMS, costituita al 51% da Intelcom SpA oggi Telecom Italia San Marino, 25% DBH SpA, 7% COTES SA, 7% G5 SA 10% Servizi Tecnologici SA, decidono di imporre a TMS un numero di utenze contingentate un modo da controllarne il fatturato, il traffico e gli utili. Questo fa si che TMS non sia un operatore mobile in concorrenza, perché fa capo alla stessa Telecom Italia, e l’autonomia di TMS è limitata dal contingentamento delle utenze.
Diversa la situazione nella telefonia fissa. Telenet è di proprietà al 26% di Cotes, al 25% di G5 Sa, al 24% di Servizi Tecnologici SA, al 18% di Teletrade srl e al 7% di DBH SpA.
L’operatore gode di ampi margini di libertà operativa sopratutto grazie alla concessione (straordinaria ed esclusiva) del goveno che cede in uso la propria rete in fibra ottica per offrire servizi allo Stato stesso e all’utenza. Cioè Telenet, utilizzando risorse dello Stato, reti e centrali telefoniche, quindi senza grandi investimenti, realizza solo alcuni tratti di rete, gestisce in proprio i servizi di Tlc realizzando utili privati. Ogni telefonata fatta dallo Stato verso numeri non sammarinesi veniva e viene fatturato regolarmente da Telenet allo Stato stesso. La completa interconnessione fra 0549 e rete delle Stato 88 consentiva ogni operazione praticamente senza costi aziendali. Anche le banche possono utilizzare la rete Telenet e il 1025, il carrier pre selected, che permette ai clienti di telefonare da casa utilizzando la rete TI cioè in unbundlig e interconnessione trasparente, senza costi e senza subire discriminazioni come avviene per gli altri operatori sammarinesi.
2005: Iniziano le prime timidi fasi di liberalizzazione delle TLC e viene stilato un piano Strategico delle Telecomunicazioni
Dopo anni di scarso interesse della politica rispetto alle potenzialità delle telecomunicazioni, viene finalmente avviato uno studio per capire le dimensioni del fenomeno e iniziare a progettare ipotesi per il futuro. Nel 2005 i risultati dello studio giungono in Consiglio Grande e Generale. Si tratta di una fotografia da cui emergono i motivi che avevano ostacolato uno sviluppo moderno delle Tlc. Il regime di monopolio ne era certamente la causa principale. La ricognizione mette infatti in evidenza come fossero 70 mila le linee telefoniche attive che producevano una media di 35-40 euro al mese di traffico consentendo a Telecom Italia, una società senza neppure una sede a San Marino, un fatturato di circa 30 milioni di euro all’anno. A questo si aggiungeva il roaming generato dai 3 milioni di turisti durante la stagione estiva e quello della telefonia classica e dei servizi Vas, Adsl e Internet. Le cifre indicarono, sebbene concentrate in un piccolo territorio, quali erano le potenzialità oggettive della Repubblica nel campo delle Tlc e posero l’accento sul fatto che questa significativa mole di ricavi non avesse ricadute sulla realtà economica sammarinese se non per alcuni rami marginali gestiti da società di diritto sammarinese quali Cotes, G5, Servizi Tecnologici, Telenet, Tms, Intelcom poi trasformata in Telecom Italia San Marino. Queste aziende orbitano tutte nella sfera di Telecom Italia (TI), ma non gestiscono il core businnes delle tlc rappresentato dalla possibilità di gestire una propria rete.
In netto contrasto con questa politica prende corpo un’idea di Andrea Della Balda che sviluppa San Marino Telecom (Prima), che non ricerca un’interfaccia in TI, ma trova l’appoggio di una grande figura del settore, Simon Murray, uno dei fondatori di Orange. Andrea Della Balda già nel 1999 aveva fondato Fotonica e sviluppato altri progetti che avevano però sempre come punto di riferimento la potente TI. Da questo nuovo modo di pensare prende l’avvio l’analisi sul Piano Strategico delle Comunicazioni del 2005 i cui
risultati, definendo le potenzialità del mercato sammarinese, denotavano la presenza di un monopolio e la necessità di migliorare la trasparenza nelle licenze e nei servizi gestiti tutti, tranne Tms, attraverso società anonime. L’analisi mette in evidenza le lacune del settore TLC a San Marino mentre nel frattempo gli altri Piccoli Stati diventano autonomi. Da noi, invece, in presenza di concessioni che prevedono servizi in esclusiva e in assenza di una legge che istituisca una Autority delle TLC non si può fare nessun ragionamento in questo senso.
2006: Nasce Prima .. e iniziano subito le discriminazioni.
Nonostante le difficoltà Prima, la compagnia guidata da Andrea Della Balda, inizia la propria fase di start-up e nella primavera del 2007 è pronta ad uscire sul mercato sammarinese con nuovi servizi, con offerte per la telefonia mobile, per quella fissa e per internet. La proprietà è per il 76% di Simon Murray, il fondatore di Orange, il 20% di Della Balda e il resto è nelle mani di altri piccoli azionisti sammarinesi. I nuovi servizi offerti aprono un fronte di reale concorrenza con Telecom Italia e Telenet che, forse perchè seduti su una gestione del mercato in via esclusiva, non reagiscono subito alla politica imposta dal nuovo scomodo concorrente. Nascono così i contrasti che documentano l’inizio di una discriminazione e l’abuso di posizione dominante da parte di Telecom Italia. Infatti TI assegna a Prima una tariffa internazionale per le chiamate locali, negando l’interconnessione e la numerazione ordinaria (cosa che invece non fanno Vodafone, Wind e Tre). Solo nel novembre del 2008 Smt (Prima) ottiene una riduzione delle tariffe e l’apertura delle proprie numerazioni anche da Telecom Italia, ma grazie al ricorso vinto presso il Tribunale di Milano. San Marino oggi è l’unico Stato al mondo dove per telefonare fra le diverse compagnie presenti, c’è bisogno di digitare il prefisso internazionale anche se la tariffa è nazionale. Una situazione oggettivamente senza precedenti, resa possibile solo dalla mancanza di un’Authority che ponga gli operatori tutti sullo stesso piano. Ci prova nel 2008 la Direzione Poste a mettere ordine, e anche se con scarsi risultati, scrive documenti ed ordina il superamento di tutte le barriere discriminatorie in atto sul sistema telefonico sammarinese che si ripercuotono a danno dell’utenza. La lotta delle Tlc sammarinesi si inasprisce nel momento in cui i nuovi vertici di Telecom Italia chiedono e ottengono dall’attuale governo, di installare nuove antenne e di gestire nuove licenze in nome del superamento di posizioni di privilegio, concesse in questo caso a Prima (Smt).
Nell’aprile 2009 Telecom Italia San Marino e Telenet ottengono nuove licenze per erogare nuovi servizi e installare nuove antenne sul territorio. Nonostante questo, gli utenti sono ancora nell’incertezza e non sanno esattamente se esiste o meno una reale parità di condizioni iniziali scegliendo un operatore piuttosto che un altro. La questione della numerazione e il timore di pagare il ‘roaming’ nel momento in cui si riceve una chiamata è ancora molto alto.
B. IL PRESENTE
2011: I nodi da sciogliere per arrivare ad una vera liberalizzazione
Le Discriminazioni in atto da parte dell’Operatore dominante sia nei confronti del’’utenza sammarinese che nei confronti degli Operatori nuovi entranti, oltre ad di anomalie presenti nel sistema telefonico sammarinese, come la presenza commerciale di operatori non concessionari i quali offrono copertura attraverso antenne posizionate ai confini e rivolte appositamente verso il Titano o in taluni casi istallati abusivamente all’interno del territorio pone il presente del settore tecnologico a San Marino, ancora, in un regime di monopolio dei servizi.
In sintesi possiamo quindi suddividere le attuali anomali del mercato delle telecomunicazioni sammarinese in tre macro aree:
1. Discriminazioni:
a. Differenze nell’accessibilità da parte dell’utenza (digitazione del prefisso internazionale anche per chiamate locali es. fisso TI mobile SMT)
b. Mancanza di controllo e chiarezza sulle offerte e sui prezzi applicati dal gruppo ti verso mobili RSM
c. Non accessibilità e mancanza di disponibilità all’interconnessione con la rete dello Sato (nonostante sia prevista dalle concessioni) e impossibilità di gestire i servizi di telefonia fissa ed Internet in unbundling;
2. Coperture abusive
a. presenza di antenne di Operatori Italiani (Wind; Vodafone)ai confini di san marino rivolte all’interno dell’territorio per poter erogare servizi in Repubblica senza essere concessionari,
b. Presenza di punti di rivendita dei servizi 3; Vodafone e Wind, Operatori non concessionari in Repubblica;
3. Esclusive
a. Sono ancora previste da alcune concessioni Esclusive ed in particolare Telent ha l’esclusiva di interconnessione con lo stato e Telecom Italia San Marino ha ancora presente in concessione la dicitura inerente l’esclusiva per i servizi Internazionali;
Posto di cui sopra si rende necessario risolvere queste anomalie intervenendo, oltre all’approvazione di una legge completa ed in linea con quanto già applicato in Italia ed in Europa che regoli questo importante settore per lo sviluppo del paese, su alcune macro attività:
- Confronto con Ministero Italiano
Serve attivare un confronto con il Ministero Italiano per evolvere l’attuale sistema di gestione delle numerazioni affinché l’Amministrazione sammarinese possa gestire in autonomia sia archi di numerazione fissi che mobili per i propri concessionari.
Tale accordo è reso possibile dalla “Convenzione per la concessione del servizio telefonico” in vigore tra i due stati firmata nel 1987 e rinnovata nel 2003 e che riconosce la Repubblica di San Marino come distretto telefonico nazionale italiano e di conseguenza è stato assegnato il famoso prefisso 0549. Sarà sufficiente richiedere al Ministero Italiano la gestione autonoma dello 0549, come previsto dagli accordi del 1987 mai di fatto esercitato da RSM.
Analogamente al fisso si deve chiedere l’assegnazione di uno specifico arco di numerazione per il mobile, da definirsi all’interno del piano di numerazione italiano, cosi come appunto lo è lo 0549 per il fisso. Entrambi le numerazioni assegnate alla Repubblica saranno gestite dall’Autorità Garante che le darà in concessione agli operatori sammarinesi.
- Concessioni in atto
Approvare prima del dibattito consigliare di settembre una legge che impegna il governo a rivedere tutte le Concessioni in atto per superare le esclusive in essere ed eliminare ogni forma di dominanza sul mercato.
- Autorità alle Telecomunicazioni / Authority
Approvare una legge quadro sulle TLC che istituisce l’Autorità garante con poteri di concessione, controllo e sanzionatori. La funzione di autorità garante non può e non deve essere espletata dall’attuale “Poste e Telecomunicazioni”, in quanto l’Authority DEVE essere neutrale, sopra le parti e non alle dipendenze di una Segreteria.
Che cosa rappresenta l’ Autorità alle Telecomunicazioni
innanzitutto deve essere autorità di garanzia: come previsto in Italia l’Autorità ha il duplice compito di assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e di tutelare i consumi di libertà fondamentali dei cittadini.
In questo senso, le garanzie riguardano:
- gli operatori, attraverso:
- l’attuazione della liberalizzazione nel settore delle telecomunicazioni, con le attività di regolamentazione e vigilanza e di risoluzione delle controversie;
- la razionalizzazione delle risorse nel settore dell’audiovisivo;
- l’applicazione della normativa antitrust nelle comunicazioni e la verifica di eventuali posizioni dominanti;
- la gestione del Registro Unico degli Operatori di Comunicazione;
- la tutela del diritto d’autore nel settore informatico ed audiovisivo.
- gli utenti, attraverso:
- la vigilanza sulla qualità e sulle modalità di distribuzione dei servizi e dei prodotti, compresa la pubblicità;
- la risoluzione delle controversie tra operatori e utenti;
- la disciplina del servizio universale e la predisposizione di norme a salvaguardia delle categorie disagiate;
- la tutela del pluralismo sociale, politico ed economico nel settore della radiotelevisione.
Come è costituita l’autorità italiana:
1. Presidente
2. Commissione per le infrastrutture e le reti
3. Commissione per i servizi e i prodotti
4. Consiglio (composto dal Presidente più i commissari)
Criteri di nomina
Il principio fondamentale alla base dell’idea degli enti di controllo esterni, come le Authorities, è che essi siano indipendenti, soprattutto da interessi politici ed economici. Tuttavia, l’Agcom si può vedere come una autorità semi-indipendente posto che alcune cariche vengo elette direttamente dal governo è subordinata gerarchicamente e politicamente ai Ministeri.
Funzioni
L’Autorità svolge una funzione attiva di controllo dell’intero mercato delle comunicazioni, i cui attori devono conformarsi in primis al pluralismo e promozione della concorrenza, garanzia di un’informazione imparziale, completa, obiettiva e di qualità.
Ha inoltre competenze in materia tariffaria, di qualità, controllo degli operatori del mercato. Ha poteri regolamentari, distribuiti tra Consiglio e Commissioni.
Ha poteri amministrativi e consultivi:
- controllo di posizioni dominanti (Consiglio);
- promozione di accordi transfrontalieri e tra operatori, piani di assegnazione delle frequenze, proposte sulla normativa riferita ai servizi minimi all’utenza (Commissione per le infrastrutture e le reti);
- promozione dello sviluppo tecnologico e dell’offerta (Commissione per i servizi e i prodotti).
Come l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, anche quest’Autorità presenta una relazione annuale al Presidente del Consiglio dei Ministri.
Una simile autorità esiste anche in altri Paesi: negli Stati Uniti, ad esempio, è operante già dal 1934 la Federal Communications Commission.
Le Tlc rappresentano una risorsa importante per lo Stato e non possono essere lasciate al libero arbitrio delle imprese del settore, l’utenza dovrebbe essere tutelata e la libera concorrenza garantita nella più assoluta trasparenza.
C. IL FUTURO
Prima di disegnare e ipotizzare scenari futuri è utile aver una fotografia del settore delle telecomunicazioni all’interno dei piccoli stati per analizzare realtà molto simili alla Repubblica di San Marino.
Le Telecomunicazioni Nei Piccoli Stati
Andorra
Il Principato di Andorra ha 75.000 abitanti e riconoscendo il valore strategico delle TLC ha nazionalizzato tutto il settore. Pertanto tutti i servizi TLC fisso, mobile e internet sono forniti da una società posseduta al 100% dallo Stato. Nel 2011 la società ha fatturato 90 milioni di euro con un utile netto di 27 milioni, occupa 250 dipendenti. L’investimento più importante è stato cablare con fibra tutto il territorio portando la banda larga a 100Mb/s al 100% delle abitazioni, diventando un paese attraente per investimenti esteri e un esempio per i paesi europei che si sono dati il medesimo obiettivo ma senza ancora raggiungerlo.
Monaco
Il Principato di Monaco ha 37.000 abitanti e governa il settore TLC attraverso una società, Monaco Telecom, partecipata al 45% da Societè Nationale de Financiament (100% Stato Monegasco), al 6% Compagnie Monegasque de Banque, 49% Cable & Wireless. La visione strategica e politica del principato ben si combina con l’alta imprenditorialità del socio Cable & Wireless che vanta una presenza internazionale consolidata da oltre settanta anni, è il secondo operatore inglese. Il fatturato di Monaco Telecom è pari a 190 milioni di euro/anno con un utile netto di 21 milioni di euro/anno, incide sul PIL per il 10%.
Monaco Telecom oltre a gestire le comunicazioni del Principato, le cui numerazioni, a differenza di San Marino, sono compatibili con il Piano di numerazione francese, ha le seguenti partecipazioni internazionali:
- Afghanistan: gestisce la rete mobile “Roshan” e detiene il 36% dell’operatore Afghan
- Kossovo: gestisce l’operatore mobile PTKV che ha 1,2 milioni di abbonati
- Africa: gestisce i servizi dati, voce, internet per 6 paesi africani, inoltre ha acquisito Afinis operatore globale per grandi imprese africane.
- Monaco Telecom si associa con On Air e On Marine per fornire servizi mobile alla flotta aerea e GSM, GPRS alle navi.
- Nel 2011 lancia il progetto pilota LTE 4G. (mobile ultima generazione)
Gibilterra
Lo Stato di Gibilterra ha 29.000 abitanti, le TLC sono gestite dall’operatore Gib Telecom, società partecipata al 50% dallo Stato e dal 50% da Telecom Slovenia, fattura 44 milioni di euro con un utile netto di 10 milioni di euro, è l’operatore dominante che insieme ad altri operatori fornisce servizi di fisso, mobile e internet, tutti gli operatori sono regolati dal GRA (Gib Regolatory Autority). Gibilterra è il punto di riferimento dell’E-Gaming il cui fatturato mondiale è stimato in 350 milioni di dollari USA. In Gibilterra ci sono oltre 20 società di Gaming-on line con oltre 2.000 addetti, Gib Telecom è leader mondiale nella fornitura della connessione a banda larga h24 per il mercato dei giochi on-line nel mondo.
San Marino
La Repubblica ha 30.000 abitanti, nel settore TLC non c’è una partecipazione attiva dello Stato, ma ha dato in concessione i servizi telefonici a vari operatori di cui il dominate è il Gruppo Telecom Italia, che gestisce i servizi di fisso, mobile e internet attraverso quattro società controllate: TISM, TMS, TIM e TELECOM ITALIA. Il gruppo gode dell’esenzione fiscale e per quanto riguarda TISM l’affitto della sede e dei siti sono carico dello stato, il fatturato del Gruppo è di circa 30 milioni sui quali paga un canone di concessione del 4,5% pari a 670.000 euro, togliendo il costo dell’affitto della sede e dei siti lo Stato incassa dal Gruppo circa 350.000 euro, si presume che tale cifra copra difficilmente il costo dell’ufficio statale per le telecomunicazioni. Oltre al Gruppo Telecom Italia ci sono altri due operatori: Telenet che gode della interconnessione in esclusiva alla rete dello Stato, paga allo Stato un canone di concessione di circa 7.800 euro/anno e SMT che può fornire tutti i servizi telefonici ma subisce una discriminazione da parte del Gruppo Telecom e da parte dello Stato che rendono i suoi servizi non competitivi sul mercato e pertanto non producono ricavi, per questo motivo da due anni non paga il canone. I servizi TLC sammarinesi non sono di qualità, l’utenza paga tariffe alte a fronte di servizi talvolta scadenti in particolare per il mobile e internet. Manca un piano e una strategia di sviluppo che faccia di questo settore il motore trainante per l’attrazione di investimenti e di introiti per le casse dello Stato.
La Repubblica di San Marino, per tutti i punti elencati fin ora, si trova ad un bivio cruciale per far nascere , seppur con 30 anni di ritardo, un’economia solida e fiorente nel settore delle telecomunicazioni.
In sintesi, vagliando anche l’esperienza dei piccoli stati membri del TOS, le soluzioni sono 2:
A. creazione di un Authority
B. Creazione di una società pubblica compartecipata da tutti gli operatori presenti.
La costituzione di società ad hoc per la gestione delle TLC possedendone la maggioranza , è un occasione da non perdere ed è quella che porterebbe allo stato le più alte entrate economiche mantenendo il pieno controllo di un settore nevralgico e strategico per l’autonomia e la crescita di una nazione, garantendo allo stato l’acquisizione di un Know-How importante e strategico .
Il partner tecnico garantirebbe la gestione di tutti servizi e specializzandosi in nicchie particolari (Andorra con la Banda Larga, Monaco con l’internazionalizzazione, Gibilterra con il Gaming). La società dovrà seguire le strategie del socio di maggioranza ma dovrà essere gestita autonomamente dal socio tecnico. Lo Stato ha il vantaggio di un ammodernamento digitale del paese e un dividendo molto superiore al canone attuale. In questo momento lo Stato di San Marino ha una grande opportunità, stanno scadendo le convenzioni di TISM e di Telecom Italia pertanto può ridisegnare, senza vincoli, tutto il settore aprendo scenari più confacenti alla realtà di San Marino, anche alla luce dell’esperienza degli altri piccoli Stati.