

COMUNICATO STAMPA
Nel pomeriggio di martedì 24 gennaio u.s. una delegazione del Congresso di Stato, composta dal Segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio e il Segretario di Stato per l’Industria e il Lavoro, ha promosso un incontro con tutti i gruppi consiliari per informarli di alcune situazioni delicate legate all’applicazione dell’articolo 9) del Decreto Delegato 27 febbraio 2015 n. 24 “Disposizioni in materia di revoca dei rimborsi dell’imposta sulle importazioni”.
Tale disposizione normativa, approvata nel corso della precedente legislatura, stabilisce – come disposizione transitoria – che gli operatori economici che alla data di entrata in vigore del decreto delegato in oggetto avevano già presentato azione dinanzi all’Autorità Giudiziaria contro i provvedimenti di revoca dei rimborsi adottati dall’Ufficio Tributario, possano richiedere il riesame della pratica di fronte alla Commissione per la verifica del diritto al rimborso.
Tale Commissione può confermare la revoca del rimborso, annullare anche solo parzialmente il provvedimento di disconoscimento del rimborso oppure valutare la possibilità di definire la pendenza con l’operatore economico mediante transazione, la cui efficacia è subordinata al rilascio di apposita autorizzazione da parte del Congresso di Stato.
E’ una disposizione normativa, pertanto, che disciplina alcuni casi specifici e limitati – al momento le pratiche oggetto di riesame della Commissione sono otto – che andranno verso naturale esaurimento, lasciando spazio all’applicazione del nuovo regime regolamentare introdotto dal medesimo Decreto Delegato n. 24/2015.
Considerata la delicatezza di situazioni che coinvolgono tanti posti di lavoro e nonostante la nostra volontà – chiaramente espressa durante l’ultimo ufficio di presidenza del consiglio grande e generale – di voler correttamente informare tutti i gruppi consiliari di questi problemi, ci dispiace constatare che c’è chi proprio non riesce a evitare di cercare la spicciola polemica, adombrando chissà quali volontà clientelari da parte nostra.
La nostra volontà è tutelare i posti di lavoro e le entrate per lo stato: nient’altro!
E’ bene ricordare, per evitare strumentalizzazioni, che si tratta di casi in cui la monofase è già stata pagata. Quindi non si tratta di evasione di monofase, questo va detto a caratteri cubitali.
Il problema nasce infatti quando le imprese sammarinesi, che hanno pagato la monofase, esportano verso imprese italiane che, per varie ragioni, non si comportano bene nel loro paese, ad esempio non versando l’iva.
In questi casi l’ufficio tributario, che a norma di legge concede i rimborsi della monofase a chi esporta, li revoca perché appunto l’esportazione non è avvenuta in maniera corretta. Ma non è detto che ci sia dolo da parte dell’operatore sammarinese, perché non è detto che lo stesso sia al corrente o partecipi al disegno criminoso riscontrato dalle autorità italiane.
La cosa certa è che la revoca del rimborso impedisce all’azienda di ottenere la somma che legittimamente pensava di poter ottenere, con gravi e immaginabili difficoltà che portano al rischio di chiusura. Proprio per questo la legge, nei casi in cui i comportamenti dolosi non siano certi, permette la possibilità di una transazione che consente di tutelare l’amministrazione senza pregiudicare la vita dell’operatore economico.
Nei giorni scorsi alla Segreteria di Stato per le Finanze e il Bilancio è stata sottoposta informalmente la prima ipotesi di accordo transattivo e, in considerazione della particolarità della materia, si è ritenuto opportuno darne adeguata comunicazione ai gruppi consiliari. Certamente non per scaricare su altri la responsabilità di una decisione che compete esclusivamente al Congresso di Stato, ma per fornire il giusto livello di informazioni rispetto a una problematica esistente, che coinvolge in primo luogo lo Stato ma anche, aspetto da non sottovalutare, il destino di diversi lavoratori.
Si prende atto che Democrazia in Movimento non abbia apprezzato quella che voleva essere semplicemente una dimostrazione di buonsenso e di ragionevolezza e che invece è stata utilizzata per dare corpo all’ennesima becera strumentalizzazione di carattere politico, sulle spalle di queste aziende e dei relativi lavoratori. Pazienza.
Si precisa soltanto che, al contrario di quanto lasciato intendere nel comunicato di DIM, attualmente il Congresso di Stato non ha assunto alcuna decisione definitiva rispetto all’accordo transattivo in questione.
Nei prossimi giorni Governo e maggioranza si confronteranno per addivenire alla scelta che più di ogni altra tenga conto dell’interesse generale della comunità sammarinese, ripudiando ogni forma di demagogia e qualunquismo.
A stretto giro di posta, infine, il Congresso di Stato avvierà il confronto politico sulla legge di iniziativa popolare relativa al recupero dei crediti monofase, attraverso la quale si intende delineare una soluzione strutturale a problematiche ormai annose che danneggiano in profondità lo Stato.
San Marino, lì 26 gennaio 2017
UFFICIO STAMPA CONGRESSO DI STATO