

fonte: San Marino Oggi
intervista: Franco Cavalli
“Per lo sviluppo serve un pacchetto di norme chiare, semplici e uguali per tutti”.
A chiederlo con forza è Matteo Ciacci, coordinatore di Civico 10 che spiega come il movimento non condivida “l’idea, che sta portando avanti questo esecutivo, di dover cucire il vestito addosso agli imprenditori perché si lascia spazio alla discrezionalità politica ed invece è necessario che siano gli uffici, la pubblica amministrazione, seguendo le leggi che fa la politica, a dover essere fulcro centrale dello sviluppo del paese”.
Per il giovane coordinatore di C10 però è fondamentale anche la questione morale.
Quali sono le vostre proposte per lo sviluppo e il rilancio dell’occupazione?
“Abbiamo presentato un ‘Progetto Lavoro’ che è stato presentato in Consiglio in prima lettura e come al solito poi la maggioranza lo lascia giacere nei cassetti…. Eppure è di stretta attualità in quanto propone tutta una serie di interventi che facilitano l’avvio di nuove imprese con incentivi di natura economica tra cui lo sgravio totale della tassa di licenza per i primi 4 anni, abbattimento della tassazione sugli utili realizzati al 10%, incentivi contributivi per l’assunzione di dipendenti in particolar modo se sammarinesi e aiuti per l’affitto della sede”.
Perché secondo lei resta nei cassetti?
“Ma perché la maggioranza preferisce pagare fior di consulenti per farsi scrivere le leggi piuttosto che analizzare e modificare proposte già redatte dall’opposizione, oppure producono provvedimenti copiati male dai nostri. Ma comunque non è questo il punto: io da neofita della politica non riesco proprio a comprendere come non si capisca, in questa fase così concitata per San Marino, che questo paese va cambiato da cima a fondo e che questo cambiamento, anche culturale, non possa essere portato avanti nelle segrete stanze dei pochi potenti di turno; il cambiamento va fatto in mezzo alla Cittadinanza, condividendo progetti ed idee per disegnare insieme la San Marino del domani mettendo al centro, legalità, cultura del lavoro, merito ed innovazione.
Oltre agli incentivi cosa prevede il “progetto lavoro”?
“Un vero e proprio processo di sburocratizzazione del Paese. Oggi infatti, per avviare una impresa un giovane deve girovagare fra Ufficio Industria, Camera di Commercio e commercialista: serve un unico punto di riferimento, uno sportello unico per l’impresa che possa essere tranquillamente un sito internet col compito di rapportarsi coi vari uffici della Pubblica Amministrazione per tutte le necessità che le imprese dovessero formulare, comprese le varie scadenze.
In poche parole le imprese non devono perdere tempo a girare fra uffici vari, ma godere di un unico punto di contatto veloce ed efficace per le loro pratiche”.
Il governo però ha annunciato aziende che arriveranno ad assumere fino a 600 persone…
“Guardi, al momento abbiamo 1.600 disoccupati stimati a dicembre 2014 con 534 che hanno meno di 30 anni. Smettiamola di pensare, come purtroppo fa il governo, che per fare crescere questo paese serva il mega imprenditore da 600 posti di lavoro, e cerchiamo di dare supporto agli imprenditori esistenti e ai sammarinesi che in questo momento vogliono iniziare la propria attività imprenditoriale”.
Come pensate di attirare gli imprenditori esteri?
È ora che i provvedimenti adottati siano pubblicizzati e comunicati adeguatamente all’interno e all’esterno del paese ed è per questo che è necessario avere siti istituzionali più facilmente consultabili e avere un’agenzia per lo sviluppo che possa promuovere San Marino anche all’estero, con personale che venga anche retribuito in base ai risultati raggiunti. Oggi è arrivato il momento di mettere il piede sull’acceleratore e far ripartire questo Paese. E non solo dal punto di vista del lavoro ma a 360 gradi, attraverso ad esempio più informatica nelle scuole e nella Pa, la digitalizzazione della giustizia, un registro delle imprese dove chiunque possa chiedere informazioni e fare visure camerali per ottenere massima trasparenza e anche concessioni di residenza per motivi economici”.
E cosa dice sulla questione morale?
“Credo che il problema sia purtroppo di stretta attualità. Nell’ultimo Consiglio, anche se in ritardo dato che si è discussa una mozione presentata da noi e Sinistra unita un anno fa, è stato approvato un ordine del giorno in materia di tutela delle istituzioni pubbliche che impegna il Consiglio entro marzo a definire un progetto di legge proprio su questo tema”.
Cosa deve prevedere?
“Una legge che stabilisca esattamente in quali casi e in quali situazioni il ruolo politico o rappresentativo che un soggetto ricopre debba essere messo in secondo piano rispetto alla tutela della credibilità dell’istituzione di cui fa parte evitando che sia il singolo a dover decidere se rimanere o meno sulla poltrona, ferma restando sempre la possibilità per il singolo individuo di fare scelte più tutelanti per le istituzioni stesse anche nel momento in cui questo non fosse richiesto”.
Come vi state organizzando?
“Al nostro interno stiamo ragionando per arrivare a un progetto che possa da un lato garantire la tutela dell’istituzione e dall’altro garantire comunque la posizione del singolo per evitare del giustizialismo inappropriato.
Noi proponiamo da tempo la ‘sospensione cautelare dei membri del Consiglio Grande e Generale e del Governo’, che non impone al consigliere di dimettersi, ma di sospendersi per potersi difendere nelle sedi opportune e qualora venga assolto recuperare il suo posto da consigliere o anche da diplomatico, da segretario di partito o da dirigente della pubblica amministrazione”.
Marzo sembra piuttosto vicino e la maggioranza sembra impegnata però nella verifica interna…
“Sulla verifica interna non voglio dare giudizi anche perché siamo all’oscuro da tutto, le motivazioni che hanno avviato questo confronto interno alla maggioranza, portate avanti da Alleanza Popolare, sono assolutamente valide: questione morale e sviluppo economico del paese, da ottenere anche attraverso ad una nuova composizione del Congresso di Stato, vedremo come ne usciranno. Credo però che il problema non siano solo le persone che compongono questo Governo ma il metodo di lavoro adottato, fatto di discrezionalità, poco confronto, addirittura anche con la stessa maggioranza, e pochi risultati tangibili. Quindi la verifica se non cambia il “modus operandi” non serve, questo governo, lo dicono i fatti, è già gravemente insufficiente, una verifica di riparazione non è necessaria, il progetto Bene Comune è stato bocciato e in politica chi non produce risultati sufficienti non ripete l’anno, ma va a casa.”