

Fonte: La Tribuna, edizione del 5 ottobre 2016
Intervista firmata da David Oddone
Perché non siete andati in coalizione con rete e md?
Civico10 ha fatto una proposta, ovvero quella di costruire un progetto politico che potesse consentire: 1) ai movimenti di essere centrali nella loro azione e 2) di vincere le elezioni al primo turno. Questo progetto coinvolgeva tutte le forze politiche che in questi quattro anni di legislatura hanno trovato affinità con il nostro gruppo: con Rete ci sono state battaglie in comune su questioni di approccio politico e su alcuni temi; con Sinistra Unita abbiamo condiviso quattro anni molto positivi assieme, non a caso Cittadinanza Attiva è stata l’unica coalizione rimasta in piedi nella scorsa legislatura; con SSD e RF abbiamo riscontrato convergenze programmatiche specialmente nell’ultima parte di legislatura, oltretutto su temi fondamentali in prospettiva. Il nostro progetto doveva avere alla base il rinnovamento delle persone e del metodo, questo sarebbe stato un valore aggiunto nello scenario politico odierno che ci avrebbe consentito di mettere all’opposizione sia Dc che Ps. Il rinnovamento c’è stato ma Rete, legittimamente, ci ha detto che RF non poteva comunque essere un “partner affidabile”: così facendo ha spacchettato il fronte, questo è un dato di fatto. Peccato. Il paese ha tanto bisogno di buona politica, entusiasmo e idee innovative. Si sarebbe potuto fare da parte di tutti un sacrificio per un obiettivo più grande. Detto questo spero che si possa comunque collaborare sui diversi punti in comune che continuiamo ad avere.
L’impressione è che abbiate “tradito” la base, non a caso avete perso diversi aderenti. Come stanno le cose?
Abbiamo fatto una scelta coerente con il nostro approccio politico che ci caratterizza dal 2012: credibilità delle persone, dialogo e programmi. Tante persone in questo ultimo periodo si sono avvicinate: giovani e donne soprattutto. Chi si è allontanato ha dato comunque un contributo importante nel corso della legislatura e di questo gliene siamo grati.
Che risponde a chi sostiene che c10 sia in mano ad Andrea Zafferani?
Andrea è un valore aggiunto per il gruppo come lo sono tutte le persone che partecipano attivamente al movimento. Un gruppo fantastico, ricco di donne e uomini capaci, che provengono da esperienze diverse, sia politiche che professionali. Sono loro la forza di Civico10.
Si vocifera che la vostra coalizione faccia capo a un noto imprenditore che ha sponsorizzato il polo del lusso. È vero?
Queste sono illazioni basate sul nulla. Io sono giovane, ho subito una politica devastante, legata ad interessi e a potentati economici, che ha rischiato di rovinare il futuro del mio paese. Ora è arrivato il momento di dare fiducia e speranza ai nostri cittadini, con una politica diversa, più vicina alla comunità, che sappia far partecipare le persone all’elaborazione dei progetti e che sia slegata completamente dalle logiche del passato. Comprese quelle dei cosiddetti poteri forti.
A proposito, contento che il polo del lusso stia per aprire i battenti?
Lo sarò nel momento in cui riusciremo a rilanciare con forza tutto il comparto commerciale. Abbiamo attività con un enorme potenziale già attive da tempo all’interno della Repubblica, che vanno fatte sviluppare in un contesto fertile capace di fornire a tutti le stesse opportunità di crescita. Si può fare sviluppando il settore turistico: riqualificando le aree naturalistiche, creando un’infrastruttura capace di attirare un turismo legato al benessere; incentivando l’apertura di attività attrattive anche per le persone del posto, come enoteche o botteghe di artigianato; rivitalizzando il congressuale sfruttando le potenzialità del Kursaal e magari, perché no, identificando un’area in Centro Storico dedicata al divertimento e ai giochi.
Tra aqr, centrale rischi e memorandum d’intesa con Bankitalia, quale rappresenta una priorità?
Tutte e tre. Non c’è tempo da perdere: in particolare, in merito al problema NPL, analizzare i crediti in maniera approfondita serve a far emergere le responsabilità di chi ha concesso crediti senza garanzie e a facilitare la vendita di questi attivi problematici, fondamentale per far ripartire il sistema del credito. Se lo stato alla fine dovrà intervenire, in questo quadro, dovrà farlo entrando nel capitale sociale delle banche (almeno per un breve periodo) e fissando nuove regole di gestione, oltre a rimuovere i management che si sono dimostrati incapaci di affrontare la situazione. Su Cassa di Risparmio, riteniamo che possa che essere lo Stato, in prima linea, ad occuparsene. Non accetteremo scalate imprenditoriali di nessuno, alla faccia di chi si alimenta di complotti e insinua che dietro al nostro operato ci sia chissà quale potentato economico.
In caso di vittoria alle elezioni, quali saranno le vostre priorità?
Il lavoro e lo sviluppo. Abbiamo 1400 disoccupati di cui 465 han meno di 30 anni, la politica deve poter dare una risposta soprattutto a loro. In questo senso dobbiamo impostare un pacchetto competitività da promuovere all’estero per avvicinare nuovi imprenditori, ma anche porre le basi per lo sviluppo di una vera e propria cultura d’impresa che ad oggi ancora manca a San Marino. San Marino può e deve diventare un Paese avanzato per quanto riguarda i servizi per l’impresa: sportello unico per snellire al massimo la burocrazia, avvocatura per l’impresa, Agenzia per lo sviluppo. Dobbiamo dotarci di tutto quello che serve per accompagnare un’idea imprenditoriale ad insediarsi in Repubblica, tanto più quando la riteniamo interessante per il nostro contesto territoriale, economico e sociale.
La PA va potenziata o ridimensionata?
Sulla PA bisogna agire su due binari in parallelo. Abbiamo un sistema di welfare che va difeso con le unghie, ma anche reso più equo per utilizzare al meglio le poche risorse che oggi abbiamo a disposizione. Per questo è fondamentale la creazione dell’indice ISEE, uno dei primi impegni – mai attuati – del precedente governo. Un indice che consente di legare le erogazioni allo stato economico del richiedente ed evitare di aiutare chi non ha bisogno. Per ridurre la burocrazia e far diventare la PA più business-oriented occorre una spinta più decisa verso l’informatizzazione: bisogna permettere la trasmissione e la validità dei documenti digitali; applicare concretamente il principio di non dover produrre documentazione già in possesso della PA da parte del cittadino o dell’impresa; istituire un registro delle società con bilancio, statuto, elenco di soci e azionisti di tutte le società, comprese le fiduciarie; fornire strumenti di pagamento e fatturazione elettronica. Questo è solo qualche esempio.
Cosa non le piace di Rete-Md?
Non mi piace parlare degli altri. Spero che in futuro si possa collaborare ancora meglio di come abbiamo fatto in questi quattro anni.
Quali i principali punti di disaccordo con dc-psd-ps-ns?
L’approccio alla politica che non parte dai contenuti, ma dagli apparentamenti di interesse. Ma preferisco concentrarmi sulla nostra proposta, non su quella degli altri.
Come interverrebbe per creare occupazione?
Vorrei poter raccontare a un mio coetaneo qual è il modello di sviluppo economico dei prossimi 20 anni di San Marino, la politica deve far questo. Oltre al necessario snellimento della burocrazia, bisogna riuscire ad utilizzare al meglio le risorse destinate all’incentivazione, puntando in particolare su settori che riteniamo interessanti per il nostro Paese, perché presentano un profilo tecnologico, etico o sostenibile dal punto di vista ambientale e territoriale, e investono in settori economici quali: telecomunicazioni, turismo e benessere, enogastronomia e biologico, servizi avanzati per le imprese e i cittadini, ecc.
Quale la sua posizione sulle residenze?
La concessione di residenza, se utilizzata non per fini speculativi – come è stato fatto in passato – riducendo il più possibile la discrezionalità che ancora oggi permane in capo alla politica, può diventare uno strumento di sviluppo. Civico10 ha proposto, dato che crediamo San Marino – per caratteristiche territoriali, economiche e sociali – debba puntare sulla piccola-media impresa, una residenza per motivi economici tarata su investimenti di piccole dimensioni. Sfruttando il differenziale fiscale e i servizi che dovremo essere capaci di fornire, pensiamo si possano attirare così in territorio tante imprese di quel tipo che in Italia si ritrovano asfissiate dalle imposizioni fiscali e dalla burocrazia.
L’impianto di energia elettrica targato Mitsubishi le piace? Lo inserirete nel programma?
Mi sta parlando di un progetto che non abbiamo mai potuto approfondire.
Favorevole o contrario all’ingresso nella Ue?
San Marino non entrerà nell’UE. Stiamo seguendo la strada di un accordo di associazione che ci consentirà di accedere alle quattro libertà fondamentali e programmi di sviluppo europei. Un esempio? I tanti bandi culturali che l’Ue propone ai suoi giovani. Questa è un’opportunità per i nostri giovani che reputo positiva. Detto questo l’Europa non attraversa il periodo migliore della sua storia e le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti, ma San Marino, in questo contesto ha un ruolo marginale: sono più i vantaggi rispetto alle occasioni perse.
Che tipo di campagna elettorale sarà?
Spero coinvolgente e incentrata sui contenuti. Dobbiamo confrontarci, rispettando gli avversari politici, sulle cose da fare.