

Cari amici di Rete,
su una cosa avete ragione: in politica, come nella vita, bisogna essere chiari. E il comunicato che avete pubblicato l’altro ieri sul vostro sito, distorcendo l’attività che Cittadinanza Attiva sta cercando di portare avanti al tavolo riformista, ma anche le parole che sono state scambiate in più incontri fra i nostri gruppi, non è per nulla chiaro.
Mentre attendiamo di capire lo scopo di queste accuse del tutto gratuite, proviamo a riportare la verità su alcune affermazioni contenute in quelle righe:
1. IL TAVOLO RIFORMISTA E LE TEMPISTICHE: quel tavolo è nato per raggiungere determinati obiettivi di trasparenza, che sono all’interno del nostro programma. Proprio Cittadinanza Attiva ha voluto mettere al tavolo delle scadenze precise per evitare di perdere tempo, e la prima scadenza, come sapete bene, è il mese di settembre (che ha 30 giorni, e non 15). Abbiamo deciso di partecipare a quel tavolo non per parlare di alleanze e di poltrone ma per parlare di contenuti specifici. Sia SU e C10 hanno ricevuto un mandato preciso dai rispettivi elettori, quello di rappresentare un’opposizione decisa ma propositiva. Riteniamo dunque sia doveroso da parte nostra cogliere ogni occasione possibile per tentare di inserire le nostre proposte nella discussione politica, senza alcuna confusione di ruolo con le altre forze politiche.
2. LE PREFERENZE: la volontà di Rete di dialogare con Cittadinanza Attiva è recente, ma non è stata affatto l’unica espressa. Quella di Cittadinanza Attiva nel coinvolgere Rete in un panorama di alternativa è originaria e resa pubblica ben prima delle elezioni del 2012, e costantemente riproposta in questi tre anni, nonostante le porte sbattute in faccia. Anche oggi questa disponibilità rimane, sempre che non si pretenda che per dialogare con Rete, Cittadinanza Attiva debba abbandonare ogni iniziativa politica che in questi tre anni ha avviato, compreso il tavolo riformista.
3. LA PROSPETTIVA E LE PERSONE: lo ripete Civico10 da quanto è nato, lo ha ribadito con forza Sinistra Unita al termine del suo Congresso: nessuno ha l’intenzione di fare ancora riferimento agli schemi della vecchia politica. Cittadinanza Attiva parla con le persone, non con le sigle, ponendo le basi per un percorso che porti a un rimescolamento del quadro politico, per arrivare ad una situazione che veda nuovi soggetti politici che estromettano dai giochi coloro che si sono resi responsabili del sistema di connivenze tra politica e affari. Un quadro in cui le coalizioni si formano sulla base di una visione condivisa e non di “convenienze” reciproche di mantenimento della poltrona. Ritagliare continuamente addosso a Cittadinanza Attiva il vestito di chi vuole “inciuciare” con il vecchio sistema, accostando alla coalizione nomi di personaggi politici di vecchia data per provocare sdegno in chi legge quelle parole, a chi giova?
4. LA CREDIBILITA’ E I MURI: nonostante molte riflessioni su questo tema siano comuni, diverso è sempre stato l’approccio su questo tema fra Cittadinanza Attiva e Rete. Noi non vogliamo tracciare un fossato fra i buoni e i cattivi, anche perché si tratterebbe di un’attività impegnativa e controproducente in un Paese in cui la maggioranza della popolazione ha votato per decenni, spesso per interesse, personaggi politici oggi coinvolti in processi di corruzione e clientelismo. Costruire un’alternativa con chi ha le mani pulite non si può fare, in questo Paese come in nessun altro, tirando su muri per lasciare fuori persone, ma convincendo gli altri a “giocare” secondo le buone prassi politiche. Ma un’alternativa per fare cosa?
5. I PROGRAMMI: l’alternativa di cui il Paese ha bisogno non può parlare solo di trasparenza. Ci sono tanti temi urgentissimi, dal ripensare gli ammortizzatori sociali (anche attraverso il lavoro minimo di cittadinanza o il reddito minimo garantito), alle politiche sanitarie e previdenziali, alle politiche del lavoro, al turismo, alla PA, alle istituzioni, all’abolizione del quorum per i referendum, su cui si può e si deve lavorare assieme fin da ora. Questa è la nostra proposta.
Socrate diceva: “Accade invece che, quando ci si trovi in disaccordo su qualche punto, e quando l’uno non riconosca che l’altro parli bene e con chiarezza, ci si infuria […] facendo a gara per avere la meglio e rinunciando alla ricerca sull’argomento proposto nella discussione.”
Alla base di una collaborazione c’è la fiducia. Finché Rete non avrà fiducia in Cittadinanza Attiva e vorrà veramente, e non perché tirata per la giacchetta da qualche aderente, diventare perno di un’alternativa assieme a Civico10 e Sinistra Unita, ci troveremo sempre da capo, e continueremo a far ridere a crepapelle coloro che dall’altra parte stanno consolidando la loro posizione di Governo.
Cittadinanza Attiva